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Articolo sul Viaggio in Bangladesh

Attività anno 2017

Finalmente si parte
Dopo ben tre consecutivi rinvii, negli ultimi anni, dovuti all’accendersi di tensioni politiche e a causa di esplosioni sociali fondamentaliste, finalmente il tanto desiderato viaggio in Bangladesh si è potuto realizzare nello scorso mese di febbraio.
Il nostro viaggio è stato organizzato in pochissime settimane; alla fine di novembre il Presidente uscente del gruppo Bangladesh, Giorgio Brunetti, aveva preso contatti con l’amico Padre Quirico Martinelli, già responsabile della nostra Missione e gli aveva espresso il suo desiderio del tutto personale, di volerlo andare a trovare. Al che Padre Quirico lo ha sollecitato a coinvolgere anche un gruppetto… purché di poche persone!

Il viaggio si organizza molto discretamente.
Il criterio che io mi sono subito imposto era che a questa “prima spedizione ricognitiva” dopo i tragici attacchi degli anni scorsi, dovevano partecipare persone che comunque in Bangladesh non ci erano ancora mai state!
Il gruppo era costituito da me, da Giorgio Brunetti, Anna Deagostini e da Alessandro Dealberto (giovane fotografo professionista varallese)
Il nostro desiderio e la curiosità di conoscere finalmente “dal vivo” quanto è stato fatto in questi 52 anni di prezioso gemellaggio tra la parrocchia di Varallo ed il Centro Scolastico di Suihari-Dinajpur era davvero fortissimo!  
Solo entrando dentro a questa realtà straordinaria ci si rende davvero conto di quanto lavoro e di quanta passione siano stati investiti in questi decenni di collaborazione.
Il parroco don Ercole Scolari che ebbe la felice intuizione di iniziare questa collaborazione vide davvero molto lontano!
Non si è semplicemente accontentato di aiutare una realtà scolastica a crescere, ma per decenni si sono condivisi progetti, si sono alimentate le relazioni con i missionari e con i vescovi di quella chiesa locale!
E quando si arriva là, ci si accorge presto che tutti conoscono Varallo e la sua parrocchia… e ci si sente tutti come “persone di casa”! Insomma, anche per noi il Bangladesh è diventato in questi cinquant’anni, poco per volta, una piccola porzione significativa della nostra parrocchia di Varallo.  E diciamolo francamente: i numerosi viaggi delle delegazioni varallesi in questa fertile terra asiatica hanno contribuito a rendere ancora più intensi i legami affettivi tra le nostre due chiese sorelle!

Una chiesa che ci tende la mano!
Solo visitando questa terra e soltanto incontrando “sul terreno” la gente che vi abita e che vi vive, si riesce a rendersi pienamente conto della vivacità volitiva di questo popolo creativo che cerca in modo tenace di affermarsi e di assicurarsi un futuro lavorativo ed umano pieno di speranza!
Questa piccola Nazione, grande quando la metà territorio italiano, è però popolato da più di 160 milioni di abitanti (ma qualcuno sostiene che siano molti di più!)
Una terra fertilissima ed irrigata, tutta coltivata a riso ed a mais. Ciò che colpisce è che non c’è neppure un fazzoletto di terra non coltivato… e che a qualsiasi ora del giorno le risaie brulicano di mondariso e di agricoltori che tengono pulito e dissodato il terreno coltivabile!
Anche il commercio (piccolo e grande) e l’edilizia sono delle attività fiorenti nel contesto dell’economia locale!  
Quanti mercati, quante bancarelle e quante attività artigianali soprattutto in città. Dhaka, la capitale, supera di gran lunga i 16 milioni di abitanti, traffico caotico, su più corsie… sempre intasate; esistono sobborghi periferici poverissimi con tanta gente che vive sulla strada e negli slum; costruzioni e condomini stanno spuntando come funghi in modo irrazionale e fuori da ogni piano regolatore.
Esistono però buoni ospedali, tecnologicamente attrezzati e scuole universitarie di buon livello in capitale! Anche le ragazze oggi vengono spinte a studiare ed a migliorare il loro livello culturale!
Un paese, tuttavia, molto sfruttato dagli imprenditori stranieri (tra cui moltissimi connazionali italiani) che investono in Bangladesh, visto che qui la manodopera è davvero con costi bassissimi (un euro al giorno… ed in strutture private si può arrivare fino a percepire ben due euro al giorno!)
E’ vero che il costo della vita è bassissimo rispetto al nostro, ma questi stipendi sono proprio ridicoli e generano in certe frange fondamentaliste locali un odio etnico verso gli stranieri che vengono qui ad approfittare di questa manodopera sottopagata.

La vita frenetica nella metropoli di Dhaka

Padre Quirico Martinelli (di origine comasca) che per dieci anni è stato responsabile della nostra Missione a Dinajpur, nel Nord-Ovest del Paese, ci ha accolti in modo stupendo in capitale… e ci ha subito ospitati nella parrocchia cittadina dove pure risiede una comunità dei Padri del PIME…  facendoci sentire come a casa.  
Qui subito una visita veloce della città, del centro che ospita la Diocesi, retta da un Cardinale locale (il primo in assoluto nella storia del Bangladesh!); commovente e toccante la nostra visita alla “Casa Madre Teresa di Calcutta”, guidata da una giovane e sempre sorridente suora polacca, che ogni giorno va in giro per la capitale con alcuni volontari a cercare di strappare dalla morte  “gli ultimi”, i paria, per poi accoglierli e per assicurare loro un po’ di cure, di cibo, di amore e di serenità!   
Avendole chiesto di benedire noi ed i nostri cari, le sue mani rugose spalancate e protese verso il Cielo, il suo cuore generoso e palpitante lasciavano traboccare, in quell’intenso momento così fortemente mistico… tutta la delicata tenerezza di Dio, che come rugiada benefica ci avvolgeva di tutto il suo conforto e la sua consolazione!
Il volto ferito ed umiliato di queste povertà incontrate da noi a Dhaka ci accompagnerà certamente ancora per lungo tempo… alimentando in ciascuno di noi, come una scossa, una “sana inquietudine” spirituale!

Alla volta della Missione di Dinajpur
Il nostro viaggio è poi proseguito verso il Nord-Ovest del paese, con un confortevole volo di “Air Bangladesh” con il quale abbiamo raggiunto in meno di un’ora la nostra Missione di Dinajpur (quartiere Suihari). Andare con i bus locali ci avrebbe preso più di sette ore e visti i pericoli ancora presenti lungo il percorso ed il poco tempo a nostra disposizione si è allora optato per l’aereo!  Missione di Suihari-Dinajpur
Dinajpur è una importante città, inghiottita da un traffico caotico, con più di 100 mila abitanti censiti; qui ha sede la grande Missione del PIME (la “Pime House”) che ci ha ospitati per una settimana, comprendente la Primary School, il Varallo Hostel, la Novara Technical School.   Quasi mille studenti ed allievi che a partire dalla Scuola Primaria si formano anno dopo anno, gradualmente fino ad ottenere un “brevetto” molto quotato dalle aziende locali che fanno a gara per venire a cercare qui i ragazzi che hanno ottenuto le loro specializzazioni. Falegnameria, Riparazione di motori d’auto, di moto ed elettrodomestici. Specializzazione in riparazione di computer!  
Ciò che ci ha particolarmente colpito del nostro soggiorno nella missione del PIME a Dinajpur è stata la cura con cui questo “campus” viene quotidianamente tenuto dagli studenti e dai loro insegnanti!
Ogni mattina già prima delle 6,00, a gruppi prefissati, i ragazzi annaffiano le piante dell’orto ricco di verdure di ogni tipo, che serviranno al nutrimento di tutti gli allievi. In genere si fanno tre raccolti all’anno. Il clima è naturalmente favorevole all’agricoltura e le precipitazioni e l’acqua della falda freatica sono sufficienti per una buona ed equilibrata irrigazione anche con le pompe a motore!
Inoltre i ragazzi rastrellano le foglie, strappano l’erba nei lunghi viali della missione, tagliano gli alberi che serviranno nella falegnameria della scuola tecnica per allestire ed intarsiare mobili che poi verranno venduti! Non manca certo la creatività al giovane popolo bengalese!
Oltre ad uno studio di qualità, viene comunicato agli allievi un grande senso di responsabilità nella gestione della vita personale e della missione che li accoglie! La missione è la loro, e come tale devono sentirla e gestirla!  

Ospedale, Lebbrosario e Centro Formativo per Ragazzi sordomuti e ciechi
Durante il nostro soggiorno nella zona di Dinajpur abbiamo potuto visitare ed apprezzare il grande Ospedale diocesano gestito dai padri del PIME insieme alle suore che oltre ad assicurare ottime cure, con ambulatori moderni ed attrezzati e forniti di tecnologia medica, prevedono anche la formazione di un’équipe di infermiere che ottengono così una buona qualifica professionale! In un’altra interessante missione, immersa nella foresta del Nord Ovest del paese, abbiamo potuto visitare un lebbrosario, dove ancora vengono curati uomini e donne affetti da questa malattia non del tutto debellata, nonostante la diffusa educazione sanitaria. Spesso l’ignoranza e la vergogna fanno sì che molte persone preferiscano nascondersi nelle loro case, piuttosto che “uscire allo scoperto” e farsi curare da questa umiliante malattia che consuma le ossa a partire da una diffusione di macchie infette sulla pelle.
Abbiamo poi apprezzato la bellissima iniziativa della “Caritas Internationalis” che ha attrezzato un moderno Centro scolastico e medico per seguire ed alfabetizzare i ragazzi sordomuti e ciechi, cercando di aiutarli in un graduale inserimento integrato nella vita sociale dei propri villaggi!
Il Bangladesh si è rivelato davvero un Paese brulicante di iniziative e molto creativo, dove tantissime persone, religiosi e laici (e molti giovani volontari che assicurano il loro servizio per qualche anno) sono venuti ad offrire promozione umana, dignità e speranza… insieme al buon seme della fede che continua a fecondare questa terra benedetta da Dio!  

A presto, amato popolo bengalese! E grazie di cuore per la tua straordinaria ed impareggiabile accoglienza che ogni giorno ci hai riservato!

“Donnobar”… grazie di cuore!  
                          don Roberto Collarini
                

                                                                                                                                                                    

        




 
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